giovedì 25 settembre 2008

16/09: Bryce e Zion

[Nei giorni passati a Las Vegas abbiamo fatto molta fatica a trovare reti wireless gratuite. Speravamo che le cose andassero meglio a Los Angeles, ma lì abbiamo sempre dovuto far tutto di corsa, per incastrare i vari incontri con gli amici e le nostre escursioni.

Perciò, gli ultimi aggiornamenti al blog arrivano da Cesena, a valige disfatte.]

Martedì 16 abbiamo dedicato la giornata alla visita dei nostri ultimi due parchi "rossi": il Bryce Canyon e lo Zion Canyon.

Il primo è caratterizzato da pinnacchi veramente curiosi, e ci ha portato all'altezza massima di quasi 2800 metri s.l.m., la cosa che più ci ha colpito in questo parco, però, è stato il contrasto fra il rosso delle pietre ed il verde acceso degli alberi che crescono in queste zone. Infatti, l'altitudine ed il clima meno torrido, consentono lo sviluppo di una vegetazione molto rigogliosa, dominata dalle conifere.

Zion, anche se da noi è poco famoso, è uno dei parchi più visitati d'America in assoluto. Per questo l'inquinamento stava causando gravi danni e han dovuto chiudere l'accesso alle automobili, sostituendolo con una efficientissima rete di trenini guidati dai ranger. La particolarità di questo Canyon è che si visita dal fondo, anziché dall'alto (naturalmente, negli altri c'erano percorsi che portavano ai piedi del Canyon, e in questo c'erano scalate che portavano in cima, ma noi siam stati un po' vagabondi...). Il buco, visto dal fondo, è qualcosa di veramente diverso da ciò che si può immaginare dalla vetta, e siamo felici di aver potuto calarci anche in questa prospettiva. L'attrazione del parco che ci è piaciuta di più è la "Weeping Rock", la roccia che piange. Si tratta di una parete rocciosa sporgente sufficientemente porosa da far trasudare l'acqua, ma non abbastanza da creare una sorgente. Il risultato è che si ha un continuo sgocciolamento d'acqua, come se la montagna piangesse. Questo effetto ha anche consentito la crescita di piante, con acqua sempre disponibile, e mai troppa, che hanno formato veri e propri giardini pensili sulla roccia.

Infine, dopo giorni e giorni di desolazione assoluta, ci siamo diretti verso "la sala giochi d'America". Abbiamo calcolato tutto in modo da arrivare dopo il tramonto, e non siamo stati delusi. Immersi nel buoi più assoluto, abbiamo scavalcato una collina e ci siamo trovati improvvisamente davanti lo sfavillare di Las Vegas. Anche negli hotel più famosi della via principale si possono trovare camere a poco, noi abbiamo dormito al Sahara, abbiamo cenato ad un buffet ricchissimo pagando solo 6.99$ e siamo andati a giocare i soldi che ci aveva affidato Mattia, triplicando il gruzzoletto!

Ed ecco le foto.




























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